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Contributi, studi e ricerche pubblicati in riviste e pubblicazioni miscellanee
• Pubblicazioni di enti collettivi, in Esame comparato delle regole di catalogazione del 1956 e del 1978. Massalubrense,1981, p.17-
Collazione e confronto critico dei par.23-
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• Una curiosa edizione di Zanotto da Castiglione sfuggita agli annali del Sandal, "Accademie e Biblioteche d’Italia" 50 (1982), n.6, p.483-
Attraverso la collazione dei caratteri, del registro, del colophon e delle filigrane di un’edizione delle opere di Giovanni Battista Spagnoli, eseguita nel 1521 da Zanotto da Castiglione (non compresa negli annali del Sandal), si dimostra che Zanotto adoperò una precedente stampa di Pietro Martire Mantegazza del 1507, sostituendo le sole pagine contenenti il Dionysius con le corrispondenti dell’edizione 1506 ed aggiungendo in fine un colophon confacente alla nuova presentazione. Dal momento che quest’ultimo risulta composto con gli stessi caratteri già adoperati dal Mantegazza, si avanza l’ipotesi che, insieme con i residui invenduti di precedenti edizioni, sia stata acquisita da Zanotto tutta la cassa tipografica del collega milanese. L’indagine ha preso lo spunto dallo strano registro dell’opera, collocato non alla fine del libro, ma del Dionysius, "anticipando" le segnature delle parti seguenti, che peraltro non corrispondono puntualmente a quelle reali.
• La vita commerciale del Cinquecento in un interessante cimelio della Biblioteca Provinciale di Avellino, "Civiltà altirpina" 8 (1983), n.5-
Su un’interessante edizione del Libro de Abaco, stampata a Milano senza indicazione di data (datazione proposta 1564-
Nella mancanza di una normativa specifica, si esaminano criticamente gli strumenti catalografici esistenti, fornendo suggerimenti e consigli per l’elaborazione della scheda (indicazione della marca, del formato, del tipografo e dell’editore ecc.).
• Come fu introdotta la stampa ad Avellino, "L’Irpinia" 1984, n.6.
Sulle vicende che determinarono l’introduzione della stampa nel capoluogo irpino, sul ruolo di Michele Giustiniani e i suoi rapporti con i prototipografi Camillo e Ludovico Cavallo. Riproduzione della marca parlante della tipografia.
• Minimae figurae. Le marche tipografiche nel Cinquecento, "Grafica. Rivista di teoria, storia e metodologia" 1986, febbraio, p.44-
Una visione d’insieme sulla problematica iconologica, tipologica e artistica delle marche rinascimentali.
• Un contributo nuovo allo studio del libro antico. Intervista a Giuseppina Zappella, autrice dell’opera "Le marche dei tipografi e degli editori italiani del Cinquecento" (a cura di Valeria Di Vita), "Biblioteche oggi" 4 (1986), p.33-
Rispondendo alle domande dell’intervistatrice, l’A. illustra il suo metodo di ricerca, aperto alle suggestioni della ricerca interdisciplinare, attraverso il tentativo di una interpretazione dei dati "materiali" in un più generale contesto storico, artistico e culturale.
• Iniziali "parlanti" nel libro italiano del Rinascimento, "Grafica. Rivista di teoria, storia e metodologia" 1988, n.6, dicembre, p.56-
Sull’origine, la diffusione e la tipologia delle iniziali parlanti del Cinquecento con esemplificazione dei vari generi e soggetti ( mitologico, storico, biblico, con animali e figure comuni). Tra le particolarità si segnalano : l’impiego della stessa immagine per personaggi diversi, la presenza di motti, l’uso della didascalia, la duplicità della figurazione all’interno della scena, la varietà di raffigurazione dello stesso personaggio. Particolare attenzione è stata rivolta all’individuazione delle fonti classiche (soprattutto Ovidio e i tragici greci) che hanno ispirato la composizione figurativa.
• Ancora sulle marche tipografiche : problemi di fondo e metodologici, "Bollettino AIB" n.s.28 (1988), n.1-
Alcune precisazioni metodologiche in risposta all’intervento di Paolo Veneziani, Le marche tipografiche : problemi di metodologia, pubblicato in "Bollettino AIB" 1987, n.1, p.49-
• Titolo e allegoria nel libro del Rinascimento, "L’Esopo" 1989, n.43, p.28-
Attraverso alcuni esempi si cerca di illustrare la capacità ermeneutica dell’artefice del libro antico di interpretare con un’immagine (prevalentemente del frontespizio) il titolo e, quindi, anche il contenuto dell’opera proposta. Il rapporto titolo-
• I grandi uomini e i piccoli libri, "Grafica. Rivista di teoria, storia e metodologia" 1989, n.7, luglio, p.8-
Sull’importanza documentaria, artistica e culturale del ritratto librario cinquecentesco. Particolare attenzione è rivolta alla individuazione delle categorie di personaggi ritratti ed alla loro rilevanza nella società rinascimentale.
• Problemi di interpretazione nello studio del libro antico. La lettura "alchemica" di marche tipografiche rinascimentali , "Biblioteche oggi" 8 (1990), n.1, p.51-
Si cerca di applicare la concezione del metodo storico, sottesa all’iconologia panofskiana, allo studio interpretativo del libro antico. In questa prospettiva interdisciplinare anche la decrittazione di simboli alchemici presenti in marche tipografiche può aiutare a meglio definire il patrimonio ideale del tipografo, in una più generale comprensione della civiltà rinascimentale e dei suoi miti.
• Scipione Bella Bona "rivendicato". Alla riscoperta delle origini della storiografia avellinese, "Rassegna storica irpina" 1 (1990), n.1-
Alcune riflessioni sulle nuove ricerche dell’autrice relative all’opera del più antico storico avellinese.
• Un antico mito e la sua interpretazione : la favola di Amore e Psiche nel commento di Filippo Beroaldo il vecchio, in Per le nozze di corallo di Enzo Esposito e Citty Mauro. Ravenna, Longo editore, 1990, p.167-
Nel metodo interpretativo allegorico, che si manifesta nell’esegesi cristiana a partire dalla patristica greca per poi essere ripreso ed esteso dai neoplatonici, la mitologia antica diventa una proiezione dello stesso universo, capace di parlare all’intelletto guidando lo spirito ad elevate contemplazioni. Un tipico esempio ne costituisce il commento ad Apuleio di Filippo Beroaldo il vecchio, del quale si propone il passo relativo alla fabella di Amore e Psiche, tradotto per la prima volta in italiano dall’autrice.
• Biblioteca Universitaria di Napoli, in Biblioteche d’Italia. Le biblioteche pubbliche statali. Roma, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali. Ufficio Centrale per i Beni librari e gli Istituti culturali, 1991, p.183-
Aggiornamento storico e bibliografico alla scheda sulla Biblioteca, già curata nella precedente edizione da Stefania Guardati.
• Dimensione analogica e metaforica dell’illustrazione rinascimentale, "Nuovi annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari" 6 (1992), p.113-
La dimensione analogica e metaforica dell’illustrazione rinascimentale si evidenzia nella capacità di realizzare un’omotipia e una relazione dinamica con il modello verbale. Questo procedimento traslativo dall’astratto pensato al concreto raffigurato si realizza in una proiezione tematica e mimetica che può configurarsi in vario modo, dalla semplice trascrizione figurata del titolo a una sua interpretazione simbolica o allegorica. Così attraverso una esemplificazione mirata, in cui i diversi livelli di lettura si intersecano ed integrano a vari gradi di complessità, si cerca di dimostrare come l’immagine traspositiva del titolo, nella molteplicità delle sue forme, aiuti a superare i limiti del discorso verbale, costituendo anche un felice espediente didattico e pubblicitario, che aiuta e sollecita il lettore nella comprensione immediata dell’opera.
• Bella Bona "ritrovato" : a proposito di un libro sfuggito al rogo dell’Inquisizione nel 1644, "La Bibliofilia" 95 (1993), n.1, p.45-
Storia e misteri di un esemplare unico di eccezionale interesse : l’edizione napoletana 1642 dell’opera del più antico storico avellinese. Nell’articolo si anticipano alcune delle più interessanti conclusioni della ricerca sul Bella Bona .
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• Immagini per tutti i santi. Polivalenza iconografica nella illustrazione rinascimentale, "Accademie e Biblioteche d’Italia" 61 (1993), n.1, p.21-
Un esempio particolarissimo di reimpiego di standards iconografici per la rappresentazione di personaggi diversi è documentato nel Catalogus sanctorum di Pietro de’ Natali (Venezia, Nicolò di Francoforte, 1516). Il libro è corredato di ben 429 piccole illustrazioni, raffiguranti santi o scene sacre, ma di esse solo una minoranza è costituita da figure specifiche e caratterizzate, mentre la maggior parte presenta immagini generiche e polivalenti, adoperate in relazione alle diverse categorie di santi (papi, vescovi, apostoli, profeti, martiri ecc.). Il trucco in effetti non è immediatamente avvertibile, dal momento che i vari schemi iconografici (28, tutti riprodotti) sono sapientemente distribuiti, variati ed alternati con iconografie specifiche (anch’esse tutte riprodotte), di sorta che il lettore ha l’impressione che le ripetizioni siano molto meno numerose. Negli indici, che completano il contributo, sono indicati per ogni santo il tipo di schema adottato (o la presenza di un’iconografia specifica) e la sua collocazione nel libro. Il risultato finale è che per 360 santi sono stati adoperati solo 28 standards, mentre le rappresentazioni specifiche ammontano a 55.
• Il formato nella descrizione del libro antico. Valore bibliologico e scelte catalografiche, "Biblioteche oggi" 11 (1993), n.8, p.52-
Si affrontano preliminarmente alcuni problemi, spesso trascurati, come la necessità di separare l’indicazione del formato originale (individuato mediante le plicature del foglio di forma) da quella delle misure dell’esemplare (da indicare in nota) e l’opportunità di omologare le modalità di rappresentazione simbolica del formato, eliminando espressioni improprie (ad esempio foglio volante) e poco corrette (misura dello specchio di stampa). Dopo un esame del trattamento del formato nei vari codici di regole si individuano i rapporti tra foglio di forma e formato, attraverso tabelle di riferimento generali e particolari. In conclusione si ribadisce l’importanza della filigrana soprattutto nella datazione di incunaboli sine anno.
• Un emblematico ex libris parlante nel più antico fondo della Biblioteca provinciale di Avellino, "La Specola. Annuario di bibliologia e bibliofilia" 1993, p.155-
Sulla pregnante simbologia dell’ex libris della famiglia Capone, nel quale simboli di studio, di vigilanza e di meditazione (il gallo, figura parlante del cognome Capone, la lucerna, la clessidra, la tromba) sono affiancati alle figure tradizionali che rappresentano la scienza ed in particolare al libro.
• Camillo Cavallo e l’introduzione della stampa ad Avellino, in Studi di varia umanità in memoria di Benito Iezzi, a cura di Mario Capasso e Enzo Puglia. Sorrento-
Si ritorna sulla complessa vicenda dell’introduzione della stampa ad Avellino e si avanza l’ipotesi, suffragata da documenti e testimonianze, che Ludovico Cavallo sia succeduto al fratello Camillo, morto di peste, nel corso dell’anno 1656. Nel contributo si propone, inoltre, l’elenco, annalisticamente ordinato, delle oltre cento stampe prodotte da Camillo a Napoli, Mercogliano, Isernia, Castellammare ed Avellino.
• Utitor non abutitor. Noterella in margine a un settecentesco regolamento di biblioteca privata, "Biblioteche oggi" 1994, n.3, p.70-
Si trascrive nella versione originale in latino, accompagnata a fronte dalla traduzione italiana, il settecentesco pentadecalogo, che regolava il prestito dei libri appartenenti alla biblioteca Vargas Macciucca.
• La filigrana risolve un problema d’imposizione? "Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari" 8, 1994, p.25-
Con l’ausilio di schemi grafici si dimostra come attraverso l’ispezione filigranologica si possa distinguere, nei vari formati, l’impiego dell’imposizione a mezzo foglio su una sola forma (da cui si ottengono due fascicoli perfettamente uguali) da quella su due forme (da cui si ottengono due fascicoli successivi). Tale distinzione nella manualistica corrente era finora ritenuta impossibile.
• Il fascicolo nella struttura del libro antico. "Accademie e Biblioteche d’Italia" 1994, n.1, p.17-
Si discute (con l’aiuto di grafici e figure) della tecnica di formazione del fascicolo nel manoscritto e nel libro a stampa . In particolare si analizzano i problemi di mise en ordre delle pagine e i vari tipi di imposizione (invertita, a mezzo foglio, a più fogli), che determinano la composizione numerica e la solidarietà delle carte coerenti. Molte sono le precisazioni anche per quanto concerne la corretta definizione terminologica.
• Archeologia del libro. L’ispezione dei filoni nell’analisi bibliologica, "Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari" 9, 1995, p.147-
Oltre che per l’accertamento del formato, l’accurata ispezione di alcune caratteristiche tipologiche e strutturali dei filoni (posizione, numero, intervallo, orientamento) può fornire elementi preziosi per l’analisi bibliologica. Nello specifico i casi esaminati sono tre : identificazione di fogli aggiunti o sostituiti, individuazione delle carte coerenti e delle modalità di plicatura, ricostruzione delle misure originali del foglio di forma. L’esemplificazione è corredata di figure.
Segnalazioni e recensioni : Franca De Leo, Spoglio delle riviste, "Accademie e Biblioteche"63, 1995, n.4, p.94.
• Il formato del libro antico. Analisi tipologica e proposte interpretative, "Accademie e Biblioteche d’Italia"1995, n.2, p.5-
Si cerca di ricostruire per la prima volta le percentuali di variazione dei formati attraverso i secoli e le tipologie editoriali collegate. La ricerca sull’evoluzione del formato attraverso i secoli viene condotta sulla base di precise valutazioni numeriche, indicando per ogni epoca e nazione le percentuali dei vari formati utilizzati, anche in relazione ai diversi generi di pubblicazione. L’indagine svolta ha nel complesso consentito di rettificare opinioni errate e largamente diffuse anche nella più accreditata manualistica. Si dimostra così come il formato di gran lunga più diffuso nell’età incunabolistica (contrariamente a quanto si asserisce ne La nascita del libro di Febvre-
• Il foglio di forma del libro antico, "Grafica. Rivista di teoria, storia e metodologia" 1995, n.15, p.24-
Si parte dall’analisi codicologica (dimensioni della pelle, tecnica di rigatura e squadratura, esigenze di funzionalità e armonia, usi locali) per illustrare le operazioni preliminari per l’ispezione bibliologica del libro a stampa e l’individuazione dei fattori "materiali" (soprattutto filoni e filigrana) dei vari formati. Di particolare utilità per lo studioso è il metodo proposto per ricostruire, sulla base di formule algebriche (diverse da formato a formato) e di altri elementi (criteri di proporzionalità, misure standard dei tipi di carta), le dimensioni originali dei libri, anteriormente alle rifilature operate dal legatore.
• Il più antico storiografo avellinese : Scipione Bella Bona e la sua opera, in Storia illustrata di Avellino e dell’Irpinia, a cura di Gabriella Pescatori Colucci, Errico Cuozzo, Francesco Barra. III, Pratola Serra, Sellino & Barra , 1996, p.241-
Si ripercorre sinteticamente la straordinaria vicenda dello storico Scipione Bella Bona con riproduzioni di frontespizi e documenti significativi.
• Aggiunte agli annali della tipografia di Campagna (sec.XVI), "La Bibliofilia" 1996, n.1, p.45-
Si descrivono due edizioni impresse a Campagna nel 1569 da Giovanni Domenico Nibbio e Giovanni Francesco Scaglione (Cipriano Suarez, De arte rhetorica e Virgilio di Castelfranco, Breue esposizione sopra il Padre nostro) sconosciute a tutti gli studiosi che si sono occupati della tipografia campagnese.
Segnalazioni : Flavia Cristiano, Spoglio di periodici, "Accademie e Biblioteche d’Italia" 64, 1996, n.4, p.120.
• Codici e allusioni simboliche nella figura dell’elefante, "Rara volumina" 1996, n.1, p.49-
Si discute dell’impresa del cardinale Montelparo, argomento di un trattato di Felice Milensio pubblicato in una edizione napoletana molto rara (Felice Milensio, Dell’impresa dell’elefante. Napoli, Gio. Tomaso Aulisio, 1595). Con l’occasione si passano in rassegna fonti iconografiche antiche (da S.Epifanio a Pierio Valeriano, a Capaccio, Ripa, Giovanni Ferro) per illustrare la ricchezza di riferimenti simbolici offerti dalla figura dell’elefante. L’esemplificazione è corredata di figure.
• Lettera al Direttore, "Cabnewsletter . Conservazione negli archivi e nelle biblioteche", 1996, n.5, p.9-
Replica alle osservazioni contenute nella recensione di Libero Rossi al Manuale del libro antico (n.7) pubblicata in "Cabnewsletter" 1996, n.3,p.17-
Attraverso un’accurata collazione degli inventari delle biblioteche francescane siciliane compilati alla fine del Cinquecento su richiesta della Congregazione dell’Indice e pubblicati da Diego Ciccarelli nel 1990, si identificano 78 edizioni napoletane del Cinquecento, sconosciute alle fonti o di cui non si conoscono esemplari. Sono suddivise in cinque categorie : I. Edizioni sconosciute non descritte in repertori (n.1-
• La correttezza dell’informazione nella descrizione del libro antico, "La Bibliofilia" 1997, n.2, p.191-
Si ribattono puntualmente le osservazioni di Diego Maltese ("La Bibliofilia" 98, 1996, n.2, p.179-
• Un problema metodologico : l’identificazione di una sconosciuta edizione di Niccolò Gorgonzola con errata data di stampa, "Accademie e Biblioteche d’Italia" 1998, n.1, p.5-
Attraverso l’ispezione bibliologica, supportata dalle fonti archivistiche e dall’esame "materiale" del libro, si identifica come originale un‘edizione finora sconosciuta delle Epistole et evangeli vulgare historiade, edita da Niccolò Gorgonzola. L’edizione era stata ritenuta una contraffazione da Giovanni Bresciano anche a motivo della impossibile data 1470, che viene corretta in 1520 grazie soprattutto alla "lettura" e datazione di un piccolo danno riscontrabile nella matrice xilografica della marca editoriale del colophon. Figure esemplificative.
• Lettera al Direttore, "Il Bibliotecario" 1998, n.1, p.203-
A commento delle osservazioni di Giorgio Montecchi, in occasione della recensione al Manuale del libro antico ( n.7), pubblicata ne "Il Bibliotecario"1997, 1, p.243-
Analisi e descrizione delle più antiche edizioni illustrate del Decamerone, con particolare attenzione agli standard iconografici e tipologici, alla mise en page delle immagini, al loro reimpiego e/o imitazione nelle stampe successive. L’esemplificazione è corredata di riproduzioni.
• I simboli del sapere : un percorso iconografico dal Medioevo al Barocco, "Rinascimento Meridionale. Rivista annuale dell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento Meridionale" I, 2010, p.5-
Continuità e mutamenti di significato dei simboli del sapere si osservano in ambito meridionale dal Medioevo al Barocco nei più diversi media artistici (miniature, sculture, ritratti, illustrazioni librarie). In particolare si discute –a livello iconografico-
Figure esemplificative.
• A proposito della donna nel Rinascimento meridionale, "Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari", 25, 2011, p.29-
Il contributo sviluppa alcune riflessioni in merito agli Atti del convegno internazionale La donna nel Rinascimento meridionale (Roma, 11-
• Il ritorno di Minerva e le meraviglie della scienza. Un catalogo, una mostra, "L’Irpinia. Giornale di politica, economia, cultura e sport" 5 giugno 2014.
• Convenzioni rappresentative e topoi iconografici nella tradizione editoriale della Scuola Salernitana, "Il Paratesto", 11 (2014), p.9-
Immancabili punti di riferimento e confronto sono le illustrazioni degli antichi testi di medicina, da Galeno a Ippocrate (peraltro autori studiati nella Scuola), alle opere popolari e di medicina pratica (in cui prevalgono le scene comuni e l’ambientazione familiare), a zone periferiche, paramedicali con cui sono evidenti le convergenze, le confluenze e ricorrenze iconografiche